A TE CHE SEI LA MIA CITTA’!

foto (11)

Street Art, Corso Tassoni a Torino

Torino la mia città, brulicante nell’atto di riaffermare se stessa.

Così diversa da quel lontano giorno, ormai più di 20anni fa, in cui decisi che ci sarei rimasta.

Torino “Metamodernista”, in oscillazione tra entusiasmo e ironia, tra ingenuità e furbizia, tra empatia e apatia, unità e pluralità, purezza e ambiguità ( Tratto da E’ un mondo Metamodernista di Guia Cortassa per il mensile Flair ).

L’oscillazione dettata dallo “zeitgeist” e dalla costante ricerca di una sua identità: Torino è in divenire.

Scrivo della mia città per provare a raccontare di quell’oscillazione e del suo divenire, di come oggi Torino stia vivendo un periodo di rinascita, sospinta da nuove passioni ma ancora troppo ancorata a vecchie abitudini.

Osservo la mia città che cambia, si muove, ha un modo tutto suo di progredire, lontana da stereotipi e diversa da ciò che già si conosce.

Diversa dalle altre, diversa da Milano, offre l’inatteso fascino dell’alternativa a tutti coloro che aspirano alla ricerca di luoghi culturalmente inesplorati e in emersione, in pieno fermento creativo.

Di Torino bisogna comprenderne la natura un tantino distaccata e innamorarsi di quell’aria distante, ricercata e sofisticata che ne fanno una città di nicchia e come tale è fatta per pochi: per un pubblico più esigente.

Da tempo ormai si è scrollata di dosso l’immagine di città del nord dedita all’industria e a uno stile di vita ordinario, per trasformarsi in un luogo dove si ha ancora voglia di sperimentare, come nei periodi più fervidi che l’hanno sempre contraddistinta e da dove nascono nuovi filoni artistici e culturali.

Nel mio settore, la moda, esiste un’interessante concentrazione di ciò che si definisce “segmento contemporary fashion”, che si colloca tra la demi couture e il pret a porter, caratterizzato da innovazione produttiva e tradizione artigianale, puntando alla ricerca, alla qualità e al design.

Il risultato è che qui a Torino, diversamente che in altri luoghi dove la globalizzazione impazza e l’omologazione è sinonimo di perdita d’identità, siamo decisamente in controtendenza.

Qui è in corso una piccola e interessante rivoluzione culturale, tra innovazione e recupero dei valori di un tempo, tutto ciò si traduce nella nascita di nuovi progetti  che intersecano più settori: arte, moda, cibo, letteratura, musica e architettura..

Un’alta concentrazione di atelier e sartorie di giovani stilisti emergenti, designer, manifestazioni culturali, galleria d’arte, installazioni, mostre, concerti, mercatini, workshop, fiere e molto altro ancora.

Se ancora non avete colto questo fermento allora non state osservando con attenzione, oppure non avete la curiosità e l’apertura ad accogliere il nuovo che avanza.

Sono stufa di ascoltare i soliti vecchi discorsi in merito ad una certa “torinesità”, poco incline alla rapidità dei cambiamenti in atto.

Tuttavia, ammetto che spesso quei discorsi sono veri.

Per questo credo che bisognerebbe riflettere sull’opportunità di adeguarsi al cambiamento e cogliere rapidamente le nuove opportunità indirizzandole e cercando di tenersele strette.

Io sono molto fiduciosa riguardo al futuro e nonostante tutto mi sento come se avessi a disposizione un grande terreno fertile da coltivare, e credo di non essere l’unica a pensarla così.

Azzardo una ricetta valida per il futuro: tantissima fiducia in se stessi, saper correre dei rischi, più lavoro e meno chiacchiere sui social, infine, saper accogliere il nuovo che avanza a dispetto di quella certa torinesità! 😉

Torino, a te che sei la mia città, senza mai dimenticare le mie radici lucane, dico che sei speciale!

 

Nb: in principio ci fu l’idea di scrivere un semplice post per parlarvi del nuovo appuntamento con Modaterapia, in programma la settimana  prossima al Salone del Libro, di cui potete leggere qui, invece, mi è venuto così!!