Qualche giorno fa sull’ Huffington Post ho letto un articolo alquanto curioso, Veronica Partridge, blogger americana di fede cristiana, ha deciso di annunciare al mondo, dalle pagine del suo blog, che non indosserà mai più leggings.
E fin qui tutto bene direi, sarà pur libera Veronica di sbarazzarsi definitivamente dei leggings, non vi pare?
Tuttavia, i problemi sorgono riguardo alla motivazione che adduce: L’ho fatto per mio marito. Provocano gli uomini.
Per la precisione quello di Veronica è un voto, una promessa fatta a Dio.
Secondo Veronica i leggings sarebbero colpevoli di far venire “pensieri sporchi” agli uomini, e questo suo dubbio è confermato dal marito, il quale ha candidamente ammesso che ogni volta che incrocia una donna che li indossa non riesce a non guardarla.
Il post di Veronica ha scatenato la polemica oltreoceano, è stato da più parti criticato e molti hanno sostenuto che la sua dichiarazione “non farebbe altro che giustificare il comportamento di alcuni uomini che cedono alle tentazioni, se provocati dalle donne”.
E’ sempre la solita storia, la stessa che riguarda anche la minigonna, la scollatura, la biancheria intima a vista, i tacchi e tutto il resto.
Possibile che dobbiamo ancora occuparci di questioni simili?
Gli uomini non smetteranno mai di guardarci e le donne non smetteranno mai di mostrarsi e viceversa, questa pratica si definisce “libero arbitrio” e per quanto a volte possa avere implicazione di cattivo gusto, come ho già avuto modo di sostenere, è così!
Anche pensarla diversamente è libero arbitrio e Veronica può decidere di non indossare i leggings adducendo la motivazione che preferisce, l’importante, per quanto mi riguarda, è che non li indossi mai più!
Libero arbitrio e questioni religiose a parte, a volte riflettere sulla natura delle cose ha il suo vantaggio.
I leggings hanno per loro stessa natura un’anima sporty e dunque il loro posto è in palestra, ovunque si pratichino attività sportive, semplicemente perché sono pratici, adatti all’uso e fatti apposta.
Se poi la moda ci mette lo zampino e decide di scardinarne l’indole e piazzarli fuori dalla zona fitness per trasformarli nel pezzo jolly più inappropriato che ci sia, allora “Orribilia” come direbbe Antonio Mancinelli.
E così succede che tante donne, di ogni età e status sociale, confusamente felici credendo di aver trovato il Santo Graal del guardaroba, il capo in grado di risolve ogni look, ne fanno incetta con l’insana intenzione di non smettere mai più di indossarli.
I leggings hanno il grande vantaggio di essere economici, facilmente reperibili, disponibili in ogni taglia, colore, stampa, stagione, ecc..
Rispondono con facilità alla domanda: che cacchio mi metto oggi sotto la t-shirt, il blazer, il cardigan, il maglione, la camicia, o peggio sotto il vestito?
Sia chiaro, siete liberissime di praticare la fede dei leggings, esattamente come Veronica Partridge è liberissima di praticarne l’astinenza per questioni cristiane.
Tuttavia, per cortesia, riflettete sulla loro natura, sul fatto se sia davvero appropriato indossarli indistintamente in ufficio, a cena fuori, a teatro, al supermercato, in palestra, in casa, in caffetteria, ecc..
Vi pare davvero possibile fare di tutta l’erba un fascio?
E cosa ne facciamo dell’ampia varietà di abiti, gonne, pantaloni, jeans ecc.. che un bel guardaroba ben fornito può offrirci?
I leggings sono noiosi, privi di creatività, massacratori di silhouette e fanno scendere a picco il quoziente di bellezza ed eleganza di una donna in un nanosecondo!
Solo mossi da testosterone si può provare interesse per una donna che indossa un paio di sfavillanti leggings, fuori e dentro la palestra.
Ma forse al testosterone tutto ciò non interessa, al progesterone invece si!