LA GRAMMATICA DELLO STILE DI UN LIBRAIO!

Davide Ferraris circondato dai libri nella sua libreria Therese

Davide Ferraris di mestiere “raccontatore” come ama definirsi, incontrato una fredda mattina torinese nella sua accogliente libreria, mi ha svelato come anche un librario, intellettuale per tradizione, può vestire i panni dell’icona fashion.

Un’amica un giorno per caso mi parlò di lui e del suo lavoro ed io decisi, quasi istintivamente, che lui, il librario di Therese, avrebbe raccontato sul mio blog “la grammatica dello stile di un libraio”.

Uno stile in cui i capi essenziali contenuti nel guardaroba diventano i tasselli con cui comporre la propria narrazione quotidiana, espressione di una costante ricerca di semplificazione.

Librario appassionato da 20anni, Davide è un uomo che ama il suo lavoro e apprezza tutte quelle piccole e meravigliose sfumature che la vita in una libreria della zona Vanchiglietta comporta.

Un lavoro fatto di continui racconti, quelli contenuti nei libri che lui narra da anni attraverso le collaborazione con il Circolo dei Lettori di Torino e attraverso i racconti di tutti coloro che fanno un salto in libreria in cerca di libri e di consigli.

Sorseggiando un caffé con Davide abbiamo parlato a lungo del suo lavoro, della città, di cultura e letteratura..

Si legge poco nel nostro paese. Ho una mia visione in merito al calo generalizzato d’interesse nei riguardi della lettura. L’ambiente culturale italiano è per certi versi un po’ come una casta: seria, esclusiva e non accessibile a tutti. E’ una sorta di cattedrale posta in alto, lontana e distante dalla quotidianità della gente. Questa sua distanza allontana il mondo dalla letteratura.

Come definiresti il tuo stile?

Non mi considero un intellettuale e non mi prendo mai troppo sul serio, amo posarmi sulle cose, andare a fondo ma senza essere materico. Nella vita sono lieve, nel senso che sono semplice ma non sono affatto un uomo superficiale. La mia è una lievità applicata alla complessità della vita e questo si riflette, credo, anche nel mio modo di vestire. Solitamente in libreria adotto una sorta di divisa, essenziale e casual, più o meno sempre la stessa: un paio di jeans e un pullover in cashmere. Nella mia lievità preferisco optare comunque per la qualità. Invece, nel caso io abbia degli incontri di lavoro più importanti adotto uno stile più curato, sul professionale ma sempre a modo mio. Intendo dire che indosso una giacca, certo, evito di indossare le sneakers ma non indosserei mai un camicia ed una cravatta. Sono figlio della cultura grunge dei ’90 ed è il caso di dire che mi porto addosso ancora la sua estetica, l’unica camicia che sono disposto ad indossare è quella di flanella.

 

Guardaroba, è essenziale e basico. E’ diviso in tre sezioni: t-shirt, pantaloni e pullover in cashmere. Ho poche camicie, tantissime paia di jeans e qualche giacca. Le t-shirt invece sono quasi tutte del marchio Uniqlo. Le compro nei vari store del marchio che incrocio fuori porta. Peccato che a Torino non ci sia!!    

 

Shopping, faccio shopping solo per necessità e mai per sfizio. Non ho particolari marchi di riferimento. Mi reco ai Docks Dora, oppure da Tom-Thumb.

 

Accessori, ho tante paia di scarpe, mi piacciono quelle del marchio Moma e di Fiorentini. Ho anche sneakers. Ne ho un paio che considero speciali perché mi sono state regalate da una persone speciale. Posseggo degli orologi. Uno in particolare è un pezzo davvero prestigioso ereditato da mio nonno orologiaio. Si tratta di un Longines realizzato per gli atleti olimpici  in occasione delle olimpiadi del ’72. Non ho la minima idea di come mio nonno ne sia entrato in possesso, ma sono felice di averlo ereditato.

 

Beauty, non mi pettino mai mi basta una rapida scossa con la mano. Tuttavia mi concedo sempre un ottimo taglio di capelli, vado da Elia Piatto. Con un taglio fatto ad arte poi non devo pensarci più. Stessa cosa per la barba che porto da tanti anni, non ho voglia di farmela tutte le mattina. Così, mi servo della barberia del salone di Elia in questo modo ho una barba curata.

 

Essential basic, letteratura è una leggerezza calviniana sono gli  ingredienti naturali dell’estetica del libraio contemporaneo, la sua grammatica dello stile.

Ed io non posso fare a meno di pensare, in piena estetica genderless, ma in realtà si tratta più di una visione personale, quella di vestire la femminilità con panni maschili, cosa prenderei in prestito dal guardaroba di Davide.

Tutto, soprattutto i pull in cashmere, fino alle camicie di flanella se non fosse per un evidente problema di taglia.

Invece, la vestibilità un tantino over e sopra le righe potrebbe diventare un dettaglio  molto intrigante.

Davide, cosa ne pensi dello stile delle torinesi?

Sono curate, abbastanza eleganti ma poco femminili. Mi riferisco ad una certa femminilità classica, bon ton, per dire. Non mi dispiacerebbe incrociare più donne con indosso un bel paio di décolletté.

Amiche torinesi, décolletté ne abbiamo? 😉