Una cosa deve essere assolutamente chiara quando ci vestiamo: quale messaggio desideriamo comunicare?
Vestirsi non equivale certo ad indossare un’accozzaglia di cose, messe insieme alla rinfusa: abiti, accessori, forme e colori.
C’è chi sostiene che la moda è una scienza soggetta a regole piuttosto ferree: un linguaggio preciso, non verbale ma con una sua forza comunicativa.
E’ un sistema di segni inequivocabile! Quando penso ad una donna che si veste per andare in ufficio, mi vengono subito in mente certe professioniste curate e raffinate, non necessariamente in tailleur, che in effetti potrebbe apparire un capo privo di originalità, lo ammetto.
Oggi originalità e visibilità equivalgono al sacrificio del buon gusto e l’eccesso regna incontrastato a tutti i livelli con esiti, spesso, tragicomici.
Anni fa, la moda era governata da una serie di regole precise, in grado di mettere tutti d’accordo, per così dire.
Ci si vestiva non solo tenendo conto dell’occasione, ma anche dell’ora del giorno e della posizione sociale occupata.
Tutto ciò serviva proprio per evitare di commettere passi falsi e comunicare, nel modo più appropriato, l’immagine giusta di se stessi legata al proprio status sociale o, come diremmo oggi, al proprio stile di vita.
Ad un certo punto però qualcosa è cambiato, come spesso accade, le regole di cui sopra sono crollate e la libertà dei costumi ha scatenato la fantasia sfrenata della moda, nel bene e nel male, certo.
Fino a giungere ai nostri giorni in cui il dress code quotidiano si è fatto sciatto, casuale, svogliato e spesso davvero brutto da vedere.
L’espressione di ciò che potrebbe apparire, solo in superficie, come una sorta di conquista sociale, ossia, la semplificazione dei costumi, degli atteggiamenti e del modo stesso di intendere la vita in generale.
Invece, a parer mio, non è altro che pigrizia, indolenza e mancanza di interesse che si riflette su molti altri aspetti della nostra vita.
Tornando ai nostri abiti, una donna che ad esempio si reca in ufficio indossando: canotta, sandali nude, shorts, minigonne, micro top con ombellico e ciccia a vista, leggings, stivali estivi, che tra l’altro non hanno alcuna ragione di esistere, e via discorrendo, sono l’espressione di ciò che considero, piuttosto, il rammollimento dei costumi.
Sia chiaro, non ho niente contro i capi d’abbigliamento sopra citati e solo che sono convinta che ancora oggi esista un momento, un luogo ed un’età giusta per ogni abito.
Scoprirsi troppo in ufficio è considerato indecoroso, potremmo benissimo farlo altrove, nel tempo libero.
Se ci pensate un attimo, a volte capita di incontrare delle donne che sembrano diverse dalle altre, che hanno qualcosa di speciale, tanto che vorremmo poter chiedere loro dove hanno comprato tutto ciò che indossano.
Vi è mai capitato?
A me si..
Credete che potreste essere voi una di quelle donne speciali?
Provate un po’ a chiederlo a lei!
(il diavolo detesta la pigrizia)