IL BUON GUSTO PER LO STILE DI UN TORINESE!

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Marco Ceresa nel suo negozio d’abbigliamento Ruràl Dress a Torino

Lui è Marco Ceresa, imprenditore torinese infaticabile e creativo, collezionista e uomo di stile con la passione per il cibo, la moda e l’amore per il bello.

Mi accoglie nel suo studio di design dietro la Gran Madre, il giorno dopo il mio rientro dalle vacanze, non ho ancora avuto il tempo di disfare le valigie ed esibisco ancora un’aria troppo vacanziera e poco professionale.

Arrivo un tantino trafelata, so poco di lui ma appena metto piede nel suo studio tutto ciò che noto intorno a me comincia ad inviarmi segnali molto chiari sull’uomo che ho di fronte.

Buon gusto, arte, passione e bellezza sono ovunque, tutti gli oggetti e gli arredi dello studio comunicano con discrezione la personalità vagamente eccentrica del padrone di casa.

Un mix equilibrato tra tradizione, espressa nei ritratti di famiglia e contemporaneità in mostra nelle opere d’arte scelte per arredare lo studio.

Gli chiedo di iniziare a raccontarmi di sé, delle sue scelte imprenditoriali, come se facessimo “quattro chiacchiere” e lui mi dice subito di aver fatto mille cose fino ad oggi.

Per anni mi sono occupato dell’azienda di famiglia nel settore automotive. La ITCA fu fondata negli anni ’50 da mio padre. Per anni siamo stati tra i più importanti fornitori per aziende come Ferrari, Maserati e Fiat. Sono fiero di poter dire che abbiamo messo al servizio di queste importanti aziende italiane, una pregiata tradizione famigliare che potrei definire “quasi artigianale”: da una gigantesca lamiera come fosse stoffa, i nostri artigiani operai, scolpivano a mano e creavano la carrozzeria delle Ferrari, le macchine più prestigiose e lussuose del pianeta. In seguito, anni dopo, con la crisi dell’auto innescatasi nella metà degli anni duemila, io e mio fratello Walter abbiamo deciso di vendere l’azienda di famiglia alla Fiat. Da quel momento in poi ho iniziato ad occuparmi di altro.

Di cosa di sei occupato in seguito?

Sono sbarcato oltreoceano in Brasile, c’ero già stato in precedenza per lavoro. A San Paolo ho trovato terreno fertile per reinventarmi e trasformare la mia grande passione per il cibo in un’attività redditizia. Durante i miei viaggi precedenti in Brasile non perdevo mai l’occasione di scovare nuovi ristoranti. Così in una di queste mie escursioni culinarie mi sono imbattuto nello Chef del Dom, Alex Atala e con lui ho iniziato la mia avventura nel mondo del cibo. Prima con la comproprietà del Dom, in seguito abbiamo aperto una sorta di trattoria brasiliana, Dalva e Dito. Successivamente ho iniziato a pensare a come diversificarmi, così ho deciso di vendere la mia quota del Dom, che nel frattempo era diventato il quarto ristorante più importante al mondo e cogliendo quelle che erano le richieste del mercato culinario brasiliano, ho aperto un’hamburgeria con carne di qualità.

L’Italia, Torino la tua città, sono pur sempre luoghi interessante per sperimentare ed investire, così ad un certo punto hai deciso di ritornare?

Infatti, dopo aver sperimentato e consolidato nell’ambito del food in Brasile, qui in Italia ho lanciato il marchio Ruràl, espressione della mia   filosofia di vita, di una visione personale ed unica di intendere lo stile di vita, sia che si tratti di cibo, sia che si tratti di moda, l’altra mia passione. Ruràl più che un marchio è un vero è proprio “lifestyle”, incentrato sulla semplicità, l’eleganza ed il buon gusto, che si traducono in un progetto imprenditoriale che abbraccia le mie passioni. Sotto il marchio Ruràl ho aperto un elegante ristorante, una latteria gastronomia i cui prodotti genuini provengono direttamente dall’alpeggio di famiglia nel Parco del Gran Paradiso e, ultima è più intrigante sfida in ordine di tempo, come ho già detto, espressione dell’altra mia passione, Ruràl comprende anche un negozio di abbigliamento.

Il connubio tra moda e cibo si evolve con l’evolversi degli stili di vita e dei modi di essere e di apparire, ti chiedo a questo punto come definiresti il tuo stile in fatto di abbigliamento?

Non saprei, dovresti dirmelo tu!

E’ piuttosto complicato dare definizioni così su due piedi, ma posso provarci sbirciando un po’…

Guardaroba, ho buttato via 5 anni di look “da classico torinese”, uno stile fatto di abiti rigorosi, privi di colore e di creatività tipico del mio precedente ambiante professionale. Invece, io adoro il colore e questa mia seconda vita imprenditoriale, libera da formalità, mi consente di esprimere me stesso e il mio estro estetico. Quindi posso ammette che dal punto di vista della moda e dello stile, sono in una fase di sperimentazione e di divertimento. Il mio guardaroba contiene per la maggior parte pezzi sartoriali, giacche, camicie, pantaloni. E’ un privilegio poter scegliere le stoffe, le stampe e i colori per le mie camice e le giacche sartoriali. Non mi pongo limiti da questo punto di vista, scelto ciò che mi piace e posso anche richiedere che vengano creati dettagli ad hoc: ad esempio il mio sarto sa bene che desidero che tutte le mie camicie vengano realizzare rigorosamente senza asole e bottoni sui polsini, li trovo fastidiosi, per me meglio senza. Preferisco indossare uno spezzato, il classico abito lo riservo solo per alcune occasioni e mi piace molto abbinare stampe diverse tra loro, come detta la tendenza. Nel mio negozio Ruràl Dress i miei clienti, sia uomini che donne, hanno a disposizione un’ampia scelta di stoffe e una sarta esperta camiciaia, per farsi realizzare delle perfette camicie su misura. 

Accessori, posseggo molte scarpe, Church, Shanghai, Trippen, un marchio di scarpe tedesche che ordino direttamente in azienda in Germania, le trovo molto comode. Indosso spesso sneackers, mi piacciono molto, le sento affini al mio stile. Non ho saputo rinunciare ad indossare un paio di sneakers, neanche in occasione del matrimonio di mia nipote, recentemente. Mi sono fatto realizzare un abito sartoriale con revers a contrasto, elegantissimo ma sempre un tantino estroso e l’ho indossato con un bel paio di sneakes bianche. E’ così che mi vedo. Mi piacciono molto i calzini colorati, ne ho molte paia di Gallo e Altea.

Un tratto distintivo, mi piaccio molto le t-shirt, sopratutto quelle basiche. Ne compro di tutti i colori e le indosso semplicemente sotto una bella giacca senza troppe pretese. Le mie preferite sono quelle di Prada.

Un vezzo, sono un collezionista di orologi ne avrò circa una trentina tra i marchi più prestigiosi. Per me l’orologio è un accessorio essenziale ed importante. Cambio l’orologio due volte al giorno: indosso un orologio per il giorno ed uno per la sera, cercando di indossarli, di volta in volta, tutti. La maggior parte degli orologi della mia collezione sono meccanici e necessitano di manutenzione, indossandoli spesso e mettendoli in carica evito che i delicati ingranaggi si danneggino. 

Ma avrai anche qualche orologio Swatch?

Ho tantissimi Swatch, colleziono anche quelli!  

Sporty, sono uno sportivo, vado in bici tutti i giorni, non rinuncio mai ai miei km quotidiani neanche il fine settimana. Ogni giorno alle 12.00 in punto, cascasse il mondo, smetto gli abiti da imprenditore, spengo il cellulare, indosso la mia divisa da ciclista e vado!

Il bello di essere Marco Ceresa è che puoi sempre essere te stesso; puoi lavorare e crescere nella tua azienda, impegnandoti ogni giorno per cercare di costruire sopratutto un rapporto umano e caloroso con ogni singolo impiegato, collaboratore ed operaio che lavora per te, semplicemente perché tieni a loro.

Puoi difendere le tue scelte, rischiare, avere intuito, umiltà e grandezza allo stesso tempo.

Puoi andare oltreoceano e poi scegliere di tornare con un’idea in testa, un progetto, e puoi ancora avere fiducia nel tuo paese, un posto dove ancora si può creare.

Inoltre, il bello di essere Marco Ceresa è che puoi avere il buon gusto e l’eleganza del “New Dandy” e allo stesso tempo l’estro e la passione di un’artista.

Un’ultima domanda al volo come ormai da tradizione.. cosa pensi dello stile dei torinesi?

Penso che i torinesi abbiano poco stile, forse perché sono ancora condizionati dal rigore che l’economia della città esprimeva fino a qualche tempo fa. Adesso le cose stanno cambiando è ci sono tanti stimoli nuovi e tante possibilità per migliorare e reinventarsi e quindi anche lo stile potrebbe migliorare ed avere sopratutto più colore.

Uscendo dal suo studio penso a se Marco abbia mai considerando l’eventualità di creare una vera e propria collezione di capi di abbigliamento Ruràl Dress: adorerei anche io indossare un bella giacca sartoriale dal taglio maschile e dall’allure femminile!