SAVE THE FUTURE

 

Dedicated to “papà”..

Occorre del tempo per prendersi cura della bellezza, sostiene Li Edelkoort importante Trend Forecaster a livello mondiale, studiosa del futuro, scopritrice di nuovi trend ed autrice del noto Manifesto Anti-Fashion: dieci ragioni per cui il sistema moda è obsoleto, pubblicato già qualche anno fa.

Vi suggerisco di leggere l’intervista che ha rilasciato su Elle di settembre per fare la sua conoscenza e per rendervi conto della meraviglia e del fascino del suo lavoro, legato allo studio di ciò che il futuro ci riserva a partire dal nostro passato dal quale attingiamo come fosse una sorgente.

Cosa ci riserva il futuro, dunque?

E’ una domanda alla quale tutti cerchiamo di dare una risposta, chiedercelo ci viene naturale perché sentiamo la necessità di ancorarci a delle certezze e solo la conoscenza di ciò che ci accadrà può darcele.

Li Edelkoort, che seguo da diversi anni, prospetta un futuro in cui in tutti i campi della nostra esistenza: scienza, architettura, design, ingegneria, biologia, moda, food, energia, ecc.. si ricercheranno “vie alternative” con il preciso scopo di migliorare la qualità della nostra vita e le condizioni del nostro pianeta.

Alludendo alla moda un po’ tutti conosciamo quali siano gli effetti della globalizzazione: delocalizzazione da parte di molti brand della produzione dei capi verso paesi che garantiscono una manodopera a basso costo, sotto i 5 dollari orari, con l’obiettivo di ridurre i costi di produzione e garantirsi migliori profitti.

Questo sistema di produzione in concomitanza con altri aspetti come lo sviluppo tecnologico e le comunicazioni hanno inciso profondamente sul sistema moda, modificando il mercato e i consumi e, volendo tralasciare adesso le questioni ambientali ed etiche legate allo sfruttamento della manodopera, hanno contribuito a riempire i nostri guardaroba di capi di bassa qualità in continuo aggiornamento.

Guardaroba come dispense in cui le merci vengono acquistate, usate e poi gettate via per ripartire con un nuovo acquisto.

Sapevate che una ricerca svolta nei Paesi Bassi ha stabilito che in media un abito resta nel guardaroba per 3 anni e 5 mesi, viene indossato per circa 44 giorni e lavato ed asciugato circa 20 volte.

E dopo cosa accade?

A questo punto è probabile che il capo venga eliminato dal nostro guardaroba e prenda altre vie: riciclo, riuso oppure finisce nei rifiuti, questo dipende dalle sue condizioni nel momento in cui viene scartato e dalla sua composizione tessile.

Ogni anno un italiano scarta quasi 16 kg di abiti, oltre 2 kg di tessili da arredo, che costituiscono una montagna di circa 110 mila tonnellate.

Quali potrebbero essere in questo caso le vie alternative per migliorare la qualità del ciclo di acquisto e di consumo innescato dalla globalizzazione e tutto ciò che esso comporta?

Marco Ricchetti sul suo libro, Neomateriali Nell’economia Circolare illustra due possibili soluzioni: da un lato un cambiamento dei modelli di consumo che si preferirebbero più sobri, classici, funzionali e durevoli, ma si tratterebbe di una prospettiva di lungo periodo che scommette su una epocale trasformazione della cultura dei consumi; l’altra soluzione, invece, prende atto del fatto che lo stato attuale della cultura dei consumi e difficilmente modificabile e individua come obiettivo la riduzione dell’impatto sull’ambiente legata alla produzione dei capi, adottando nuove tecnologie e nuovi modelli economici di riciclo e riduzione degli scarti.

Se gli addetti ai lavori propendono per la seconda soluzione considerata quella realizzabile nel breve periodo, anzi già in atto, potremmo comunque impegnarci per mettere in atto la prima soluzione sforzandoci di modificare profondamente il nostro modo di fare shopping.

Evitare di costruire un “guardaroba dispensa” usa e getta e crearne uno curato è una scelta capace di influenzare positivamente il nostro stile vita, nel modo che sappiamo e, se ci riflettiamo con attenzione tutto ciò avrebbe delle ripercussioni anche sulla qualità del nostro futuro.

E’ tutto collegato.

Com’è fatto un guardaroba curato?

E’ perfettamente a misura del proprio stile di vita e della propria unicità, non si costruisce certo alludendo ad una vita immaginaria, e contiene tutto ciò che serve per sentirsi ogni giorno a proprio agio ed ispirate: il suo contenuto non si basa sui trend o sui soliti stili “fatti con lo stampino”.

Per crearlo così serve metodo e sopratutto serve prendere decisioni di lungo periodo: essere selettive ed autentiche, mirare alla qualità, individuare con precisione il proprio stile, metterci cura..

Occorre tempo per costruire un guardaroba curato perché alla bellezza e alla qualità delle cose occorre tempo per metter radici.