Rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere un bottone della camicia.
Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza.
Amarsi è l’unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
E’ una vita che ti aspetto
Fabio Volo
Il bottone come metafora della vita e dell’amore.
Chiudi un bottone nel verso giusto è tutto fila alla perfezione, diversamente le cose non fileranno come dovrebbero.
Mi piace questa immagine, hai come la sensazione che comunque, la vita, puoi sempre riabbottonarla e cambiarla, in meglio.
Non si direbbe ma questa è l’incredibile storia di una fabbrica di bottini di casa nostra, Il Bottonificio Fratelli Bonfanti, che occupa un posto specialissimo tra le eccellenze produttive di Torino.
Lo sapevate che qui a Torino c’è una fabbrica di bottoni?
E’ dal 1945 che occupa lo stesso fabbricato, situato in via Baltea, in zona Barriera di Milano.
Mentre nel corso degli anni intorno alla fabbrica di bottoni le cose cambiavano: le persone, la città, i governi, le abitudini, ecc.. dentro quel fabbricato si continuavano a creare bottoni bellissimi e di eccellente qualità, adatti ad impreziosire gli abiti delle donne più raffinate.
Ma questa è anche la storia della Famiglia Bonfanti, giunta alla terza generazione e fino ai nostri giorni, grazie “alla folle illusione e alla modesta certezza di essere riusciti a costruire qualcosa”.
Sono le parole di Mario Bonfanti che insieme al fratello Elio, ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia fondata dal padre, Walter Bonfanti, nel primo dopoguerra.
Ho avuto il privilegio di ascoltare la storia del bottonificio direttamente dalle parole di Mario Bonfanti, di visitare la fabbrica e di dare un’occhiata all’archivio storico che custodisce la più incredibile varietà di bottoni che avessi mai visto.
Un vero tesoro di forme, colori e materiali pregiati, una miniera di preziosi bottoni, frutto di un sapiente lavoro di creatività, studio ed ingegno, che nel corso degli anni hanno assecondato le esigenze della moda e gli stili di vita.
Ogni bottone Bonfanti ha uno stile, una forma e un colore in grado di raccontarci una storia: dai bottoni realizzati per i trench degli anni ’60, ai bottoni creati per impreziosire le pellicce indossate dalle signore milanesi, a spasso per via Montenapolene nei mitici anni ’80.
Questo è solo un piccolo esempio di ciò che ho immaginato, osservando l’archivio storico dei bottoni Bonfanti.
E’ come avere a disposizione una memoria storica dalla quale attingere ispirazione ed entusiasmo per il futuro.
Oggi i bottoni Bonfanti vanno in tutto il mondo e di questo noi dovremmo essere fieri!
Il lavoro e la creatività della fabbrica di bottoni torinese entra in alcuni tra i più importanti uffici stile: Giorgio Armani Operations, Etro, Escada, Nina Ricci, George Rech Paris, solo per fare un esempio.
Inoltre il 75% del fatturato dell’azienda è realizzato grazie alle esportazioni: Francia, Germania, Portogallo, Inghilterra, Svezia, Svizzera, Russia, ma anche Usa, Giappone, Cina, Brasile, ecc..
Parlando del futuro, quello del bottonificio Bonfanti è pieno di progetti e di collaborazioni innovative, è tutto ciò è frutto del lavoro di Serena Bonfanti, terza generazione della famiglia e figlia di Mario.
Come accade sempre più spesso ultimamente per molte importanti aziende, con alle spalle una storia ed una filosofia di marchio da rinnovare, anche il nostro bottonificio torinese ha deciso di stringere un importante sodalizio artistico.
La Fratelli Bonfanti presenta Paolo Gillone in arte Jins, artista torinese eclettico, del quale vi parlerò presto, che ha letteralmente dato espressione ai bottoni Bonfanti, creando delle faccine divertenti ed umorali, che campeggiano su t-shirt, cravatte e altro ancora.
Un esercito di bottoni che esprimono al mondo lo stato d’animo di chi li indossa: triste, arrabbiato, felice.
Da qui il nome di questo bellissimo progetto che mi ha molto entusiasmata La Guerra Dei Bottoni, ispirato al titolo del libro di un autore francese, Louis Pergaud.
Con La Guerra dei Bottoni per la prima volta gli emoticon, le faccine umorali, escono fuori dai social network, dagli smartphone è invadono la realtà.
Si piazzano su abiti, maglie, borse, sneakers e vanno a spasso seguendo l’umore di chi le indossa..
Si sono anche piazzate sulla mia vecchia pochette rinnovandola, date un’occhiata!!
Molto presto i bottoni de La Guerra Dei Bottoni, invaderanno la città e i vostri armadi, si piazzeranno ovunque e sarete solo voi a decidere come e dove preferite abbottonare le vostre emozioni.
Stay tuned!