IL CAMBIAMENTO DI UN VESTITO

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La moda rileva i cambiamenti e le trasformazioni importanti che avvengono nelle società contemporanee: gli abiti che indossiamo sono una chiave di lettura per comprendere la cultura di una società.

Allo stesso tempo il nostro abbigliamento rivela molte cose di noi già al primo sguardo, e questo aspetto ha interessato i grandi studiosi a partire dal secolo scorso, vedi il sociologo tedesco Georg Simmel autore della teoria delle mode di classe.

Ho già avuto modo in precedenza, nel post intitolato Save the future, di accennare a quanto sia diventato impellente per tutti noi riuscire a fornire una risposta alla domanda: cosa ci riserva il futuro?

Naturalmente non sappiamo come sarà davvero il mondo tra qualche anno, ma sappiamo che da più direzioni si sottolinea che il nostro futuro sarà caratterizzato da uno sviluppo basato sulla creatività e sull’innovazione.

Il capitale culturale: nuove idee e progetti d’avanguardia, caratterizzano i recenti mutamenti sociali ed è per questo motivo che si parla di “industrie creative” buone a produrre beni e servizi creati grazie alla tecnologia e alla ricerca.

Riguardo al futuro della moda la discussione odierna verte sul cercare di capire se la moda può essere allo stesso tempo sostenibile, cioè prodotta nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, mantenendo intatte le qualità creative, estetiche e simboliche irrinunciabili sia per i produttori, sia per i consumatori.

Una cosa è certa, la sostenibilità è entrata nella mappa dei valori del sistema moda, come nuovo attributo in grado di ridefinire la qualità dei prodotti e la visione dei marchi che la producono.

Interessante cercare di capire come si pone il consumatore di fronte alla necessità di fare la sua parte, cioè sviluppare una sensibilità nuova nei riguardi della storia, mi riferisco alla produzione, che emerge da un vestito.

Di questo e di molto altro discuteremo mercoledì 18 ottobre alle 18.30 ai MagazziniOZ a Torino..

Non mancate!