Marina Nekhaeva, lunghi capelli biondi, occhioni blu e l’aria da ragazzina curiosa dovrebbe farmi pensare ad Alice, la protagonista del ben noto racconto di Lewis Carroll, Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie.
Invece, osservandola meglio, con più attenzione, mi riporta alla mente un altro personaggio del racconto, il Bianconiglio e non certo per l’aspetto ma per la sua presenza di spirito: come una forza animatrice che conferisce movimento all’intero universo e allo stesso tempo tenta di dirigere e di ordinare.
Il Bianconiglio è il mio personaggio preferito, nella dialettica odierna esso è la rappresentazione di un evento inatteso in grado di sradicare le convinzioni della vita, per condurci ad una comprensione superiore.
E’ ciò che accade ad Alice, che incuriosita dalle stranezze del Bianconiglio lo insegue venendo così trasportata in un altro paese.
Qui Marina non è Alice, lei è il Bianconiglio da inseguire incuriositi per lasciarsi trasportare nel mondo delle meraviglie.
Un mondo fatto di “confusione creativa” come lei stessa lo definisce, che cerca di riordinare e dirigere nel tentativo di raggiungere un cambiamento ed una crescita personale e professionale.
Ha uno stile davvero unico Marina, un curriculum pazzesco fatto di esperienze professionali molto varie in ambito artistico culturale ( pittura, grafica, scultura, scenografica ) e per 10 anni, nei ’90, nell’era “antes social” prima dell’avvento di Facebook&Co, si è occupata di sviluppare progetti nell’ambito della comunicazione.
E alla moda come ci sei arrivata?
Sono Stilista per caso! Ho iniziato occupandomi di un allestimento per il negozio Vertice dei fratelli Trapani, nell’ambito del progetto Sfashion Art di Piero Chiambretti. All’epoca avevo ideato le coperte da indossare che inaspettatamente ebbero molto successo. Così mi chiesero di proseguire la collaborazione e di ideare una capsule dedicata. Non avevo un’idea precisa, non sapevo disegnare i classici bozzetti degli stilisti, né sapevo cucire. A pensarci adesso credo che il fatto di non avere avuto una formazione da stilista sia stata la mia vera forza, è stato un vantaggio in un certo senso. Non avevo una vera “programmazione scolastica”, nessun condizionamento e questo mi ha permesso di esprimere subito il mio punto di vista estetico. In seguito mi sono data parecchio da fare, ho imparato a disegnare i bozzetti, a cucire, ho anche ideato un modo tutto mio di sviluppare il modello delle mie creazioni.
Sapresti definire il tuo stile?
E’ uno stile in continua evoluzione e ricco di contraddizioni. Passo dal total black al colore, dal classico al vintage e al mix di stili e culture differenti. Un punto di vista fatto di estremi.
Guardaroba, più che un guardaroba lo definirei un archivio personale, perché è legato indissolubilmente al mio continuo lavoro di ricerca di pezzi vintage e capi che poi rimetto a posto. Occupa un’intera mansarda ed è sempre in perfetto ordine a dispetto del mio stile di vita sempre in perfetto disordine. E’ diviso per colore, per tipologia ed importanza dei capi, dal capo più amato a quello per me meno importante. Ad esempio: gonne, camicie, tshirt, abiti da coktail, long dress, ecc.. Tutte le mie 60 giacche nere da YSL a Undercover, a quelle di Comme Des Garcons per darvi un’idea. Il mio guardaroba per me è sacro, mi impegno molto nella manutenzione, lo profumo con le candele di Comme Des Garcons. Col tempo ho eliminato tutti i capi di medio livello, mantenendo solo capi iconici, i pezzi più ricercati ed importanti che fanno parte della storia della moda.
Shopping, faccio shopping sopratutto quando sono in viaggio, a Londra e ad Anversa nei miei negozi di culto. A Torino adoro i mercatini di antiquariato, i negozi vintage come Marco Polo in Corso Vittorio 86. Top Ten Drago lo spaccio in collina e qualche volta da Posh.
Accessori, ultimi acquisti fatti. una cintura di Fausto Puglisi e un paio di scarpe silver con interno in vellutino viola di Marc Jacobs. Posseggo circa 400 paia di scarpe tutte perfettamente conservate nella propria scatola. Un intero murales fatto di scatole di scarpe diviso per colore, un gioco grafico ad incastro che dal bianco vira al nero e poi al colore. Riguardo alle borse ne posseggo poche, non ho il culto della Itbag. Acquisto una bella borsa importante e la indosso fino alla distruzione. Ho distrutto la Birkin di mia madre. Al momento acquisterei volentieri una Celine che adorerei abbinare alla mia stupenda gonna in pelle sempre di Celine; oppure una Peekaboo di Fendi. Posseggo tantissime cinture, le colleziono, accumulo occhiali vintage acquistati sopratutto nei mercatini di Mosca. Questo è il periodo della passione per gli occhiali da sole di Mila Schon ’80 e dei Rai-ban Wayfarer prodotti in Usa.
Beauty, mi trucco poco, utilizzo quello che mi regalano le amiche, quindi mi affido a loro da questo punto di vista. Di solito si tratta di make up del marchio Mac.
Al momento Marina è impegnata nell’organizzazione della Torino Fashion Week in programma per luglio 2016.
Questa prima edizione della TFW è tutta incentrata sulla presentazione di giovani stilisti emergenti. Il punto di vista è principalmente promuovere e presentare ad un pubblico accreditato dei giovani di talento. Ci saranno 20 stilisti tutti torinesi che avranno la possibilità unica di presentare la loro collezione. Sono 20 artisti che ci faranno scoprire 20 mondi diversi.
Di cosa ha bisogno Torino in futuro?
C’è bisogno di rilanciare l’avanguardia torinese che ci contraddistingue da sempre. Quel punto di vista unico, difficile da rintracciare altrove fatto di continua ricerca.
Cosa pensi dello stile delle torinesi?
C’è una nicchia di torinesi di età trasversale molto interessante. Fanno ricerca, sono informate sulle tendenze moda e adorano scegliere di indossare capi realizzati da giovani designer-artisti concettuali. Tuttavia, la tavolozza di colori rimane sempre piuttosto tipica: nero, grigio, bianco, colori non colori, con qualche tocco eccentrico. Ma sono davvero poche e posseggono uno stile unico e adorabile. Per il resto posso dire che abbiamo una grande missione: portare il fashion in città. Abbiamo tanto lavoro da fare ma sono certa che ne siamo assolutamente in grado!